200 giovani partecipanti, due workshop e molti incontri con i mestieranti del mondo del cinema
A Catania, a fine settembre, si è
conclusa l’undicesima edizione del Trailers FilmFest, l’unico festival in
Europa che premia i trailer cinematografici, a cura dell’Associazione Culturale
Seven. Esiste un premio analogo soltanto negli Stati Uniti, il Golden Trailer
Awards.
È stata la mia prima
partecipazione e mi ha lasciato un bellissimo ricordo e una preziosa esperienza.
Tra i trenta trailer in gara, ad
aggiudicarsi il premio come Miglior Trailer 2013, sono stati:
- per la categoria Italia: “Io e
te” di Bernardo Bertolucci, distribuito da Medusa Film e realizzato
da Tbwa Italia;
- per la categoria Europea: “Amour”
di Michael Haneke, distribuito da Teodora Film e realizzato
da Gianluca Paoletti;
- per la categoria World: “To the
wonder” di Terrence Malick, distribuito da 01 Distribution.
Il pubblico votante d’internet ha
invece premiato “Un famiglia perfetta”, di Paolo Genovese, distribuito da
Medusa Film e realizzato da Edoardo Massieri per Filmdesign.
Anche quest’anno il Trailers FilmFest
ha organizzato laboratori e incontri con gente del mestiere del cinema, in
collaborazione con l’università di Catania, nel Monastero dei Benedettini,
gratuiti e aperti a tutti, non soltanto agli studenti.
Dal 25 al 27 settembre si sono
svolti i due workshop in programma: “La comunicazione integrata: dal poster ai
titoli di testa” e “Picth Poster Game”. Grande affluenza anche per gli incontri
della settimana, come con il produttore cinematografico, Massimo Cristaldi; il
direttore artistico del Giffoni Experience, Claudio Gubitosi; il responsabile
della Mosaincoon, Andrea Staderini; il direttore del Museo del Videogioco di
Roma, Marco Accordi Rickards; e lo scrittore e regista, Federico Moccia.
La sera è stata dedicata alle
anteprime nazionali in proiezione gratuita al Teatro Metropolitan di Catania.
Quattro i film proiettati. La prima sera è stato trasmesso “Universitari”, di
Federico Moccia, presente in sala, e nel pomeriggio all’auditorium del
monastero dei Benedettini, assieme al cast del film che si è confrontato con i
partecipanti del festival.
La seconda serata è stata
dedicata a “Salvo”, film definito “un’esperienza sensoriale” al Festival di
Cannes, prodotto da Massimo Cristaldi e scritto dai siciliani Fabio Grassadonia
e Antonio Piazza.
La terza sera si è riso con la
commedia-azione interpretata da Sandra Bullock e Melissa McCarthy, “Corpi da
reato”, ad ottobre in uscita nelle sale italiane.
Si è concluso sabato 28, la sera
della premiazione, con il sequel del film horror del 2011, “Insidious 2”,
presentato in anteprima dalla Warner Bros.
Stefania Bianchi, direttore
artistico del Trailers FilmFest, presente ad ogni incontro, ha aperto il
festival il 25 settembre, all’auditorium del Monastero dei Benedettini, dando
la parola all’assessore della Cultura del Comune di Catania, Orazio Licandro,
che si è riferito al Festival come un mezzo che “permette di unire alla
didattica, con un contatto diretto, proficuo e interessante, il mondo del lavoro”.
Ha proseguito parlando degli artisti e degli operatori che esercitano in questo
campo “che ci permettono di vedere dall’interno come funziona il mondo del
cinema”. E ammettendo “di provare un po’ d’invidia, perché ai miei tempi
un’esperienza del genere era impensabile, neanche se ne parlava”.
Fabio Carlini, esperto dei titoli
di testa, ha presentato “La comunicazione integrata: dal poster ai titoli di
testa”, uno dei due Workshop gratuiti offerti dal Trailers FilmFest.
Il workshop, a cura di Francesca
di Giamberardino, Riccardo Fidenzi, Maurizio Ruben, Fabio Carlini e Lorenzo
Moneta, ha messo insieme gruppi di ragazzi con l’intento di realizzare una nuova
campagna di comunicazione e promozionale del film drammatico del 2012, di Toni
D’Angelo, “L’innocenza di Clara”, (tra i boschi della Lunigiana, una donna
ammalia tre uomini, il marito, l’amico del marito e l’amante, con disincanto e
naturalezza. Senza rendersene conto, il gioco diventa pericoloso e la
leggerezza trascina i protagonisti, di un piccolo paesino lontano dalla
modernità, nelle tetre pagine di cronaca nera di cui spesso leggiamo e ci
sorprendiamo).
I ragazzi del workshop hanno
imparato l’importanza di una buona campagna pubblicitaria e la necessaria
coordinazione tra gli elementi promozionali, quali la locandina, i trailer e la
stampa. Mettendosi in gioco e lavorando in squadra, hanno realizzato sei locandine,
mostrate nella serata conclusiva del Festival.
Sempre nel primo giorno
dell’evento, Federico Moccia, e il cast, composto da Primo Reggiani, Sara
Cardinaletti, Simone Riccioni, Brice Martinet e Chiara Centorami, del suo
ultimo film “Universitari: molto più che amici”, ha incontrato i partecipanti del
festival e si è confrontato con le loro domande.
Il film, trasmesso in anteprima
nazionale la stessa sera al Metropolitan, è stato accolto da un lungo e
caloroso applauso, mentre il pomeriggio i ragazzi dell’università di Catania
hanno posto l’attenzione sulla necessità che i film, come anche altri mezzi di
racconto, dovrebbero “svegliare le coscienze dei giovani” in questo delicato
periodo in cui si trova il nostro Paese. Moccia non ha escluso che il suo
prossimo lavoro possa riguardare questo tema e che, magari, avrebbe potuto
prendere in riferimento gli stessi giovani di Catania, anche se in genere, in
ciò che scrive, cerca sempre di portare il sorriso e di “non vedere sempre
tutto nero” come fanno altre pellicole.
Marco Innocenti, art director di
Brivido & Sganascia, ha, infine, presentato il secondo workshop “Pitch
Poster Game”. I partecipanti divisi nei ruoli di un’agenzia creativa
(fotografo, grafica, art director, copywriter) hanno realizzato il manifesto di
un film immaginario, con finti attori e registi, inventandosi in tre giorni un
titolo e un soggetto di dieci righe. Anche questi lavori, molto creativi e
professionali, sono stati presentati al pubblico nella serata conclusiva di
sabato, al teatro Metropolitan.
Gli incontri di giorno 26 settembre sono stati due.
Il primo a presentarsi è stato
Paolo Penza, product manager della Fox Searchlight 20th Century Fox Italy.
Penza ha spiegato le difficoltà e le diversità riscontrate nella distribuzione
di un film americano e di uno italiano, i processi che portano all’acquisizione
di un film e l’importanza del titolo, di come soltanto quest’ultimo,
paradossalmente, possa a volte influenzarne il successo.
Penza ha raccontato i criteri con
cui viene lanciato un film che rientra nella categoria Mainstream, ovvero il
cosiddetto film commerciale che soltanto in Italia viene snobbato e considerato
di qualità mediocre; in contrasto con il lancio di un film di nicchia che, non
avendo le stesse aspettative di guadagno dei primi, non trova spazio in ogni
cinema del Paese, per cui diviene fondamentale la scelta della sala e il successivo
passaparola che la visione, si spera, generi negli spettatori.
Il secondo incontro della
giornata è stato presieduto dal produttore cinematografico Massimo Cristaldi, il
primo ad aver creduto alla particolare sceneggiatura di “Salvo”, che ha riscosso
successo di pubblico al Festival di Cannes e in altri paesi d’Europa, come la
difficile Inghilterra, che ignora spesso i lavori italiani. Ci sono voluti
cinque anni per realizzare il film scritto e diretto dai due siciliani Fabio
Grassadonia e Antonio Piazza. “Salvo” rientra nella cosiddetta categoria dei
film d’autore, in Italia riservata quasi esclusivamente a Nanni Moretti.
Cristaldi ha raccontato, difatti,
le numerose difficoltà riscontrate nella distribuzione e promozione del film,
in quanto in Italia manca il coraggio di sperimentare, non solo da parte dei
produttori, ma anche da parte del pubblico che sovente predilige le solite
commedie italiane. Alcuni ragazzi presenti in sala, al contrario, si sono lamentati
di come nel cinema italiano non ci siano differenziazioni di genere, di come il
fantastico, il fantascientifico e il thriller non vengano mai realizzati.
Cristaldi ha dato ragioni a
queste opinioni, ma, probabilmente, il modo migliore per aprirsi a nuovi generi
e spingere i produttori e i registi a rischiare e a sperimentarsi, risiede in
una maggiore richiesta da parte del pubblico verso quest’altre scelte
cinematografiche. Con la commedia italiana, come i classici “film panettone”,
si va sul sicuro; con essi è facile guadagnare in un periodo di crisi del mondo
cinema. Inoltre, a differenza di altri paesi, come ad esempio a Parigi, città
lontana dal mare, non abbiamo la cultura di frequentare i cinema anche
d’estate, preferiamo altre mete turistiche e di svago, e a buon ragione. Per cui,
nel periodo estivo in Italia non escono film, accavallandosi poi nei periodi
invernali e primaverili.
“Salvo” racconta la Sicilia in
maniera diversa dai soliti cliché. Ha i toni di una favola noir. Una bravissima
ed esordiente Sara Serraiocco, interpreta Rita, ragazza non vedente rimasta
sola al mondo quando lo spietato Salvo, guardia del corpo di un killer mafioso,
uccide il fratello davanti a lei, ma, per la prima volta, risparmia la vita di
qualcuno, ovvero la sua. Due personalità che vivono in mondi diversi, ma simili
nella solitudine. A poco a poco lei riacquista la vista e lui diventa “buono”.
Film un po’ lento, con una sola musica da colonna sonora e con pochissimi
dialoghi, basato unicamente sulle sensazioni dei protagonisti. A “Salvo” è
stato assegnato il premio Rivelazione 2013 del Trailers FilmFest.
La sera, il premio
dell’elefantino simbolo di Catania, assegnato dal pubblico come Miglior
Locandina 2013, è stato consegnato a “Educazione Siberiana”, di Gabriele
Salvatores, realizzata da Brivido & Sganascia.
Non è mancato l’omaggio a
Vincenzo Cerami, scomparso sceneggiatore di moltissimi film di successo, come Il Casotto, Il piccolo diavolo, La vita è
bella, Manuale d’amore, Colpire al cuore e tanti altri. La vita
di Cerami cambia quando, alla scuola media di Ciampino, incontra Pier Paolo
Pasolini, come lui stesso disse: “un giorno, avevo undici anni, giro l’angolo e
vado a sbattere contro il destino”.
Venerdì 28 settembre, è stato
l’ultimo giorno dei workshop e degli incontri.
Marco Accordi Rickards,
giornalista e direttore dell’unico Museo del videogioco a Roma, ha raccontato
la storia della sua vita, di quanto l’immaginasse diversa e di come l’abbia
sorpreso in meglio, conducendolo a praticare un mestiere lontanissimo dalla
laurea in giurisprudenza presa una quindicina di anni fa, ma di quante
soddisfazioni gli stia dando in cambio.
Spesso il lavoro che risiede
nella creazione di un videogioco viene trascurato, perché la parola “gioco” fa
pensare a qualcosa di facile e di meno impegnativo di altre opere artistiche,
creative e professionali. Ci sono tuttavia dei videogiochi che sono dei veri
capolavori e che raccontano storie che toccano nel profondo i sentimenti delle
persone; e altri che non sono dei giochi interattivi, ma che sono necessari
nella spiegazione e nell’intrattenimento, ad esempio, i filmati visibili in
aereo che mostrano il modo migliore per “salvarsi” in caso d’emergenza. Accordi
ha così parlato e mostrato i trailer dei videogiochi più completi e famosi al
mondo.
Andrea Staderini è il
responsabile della Mosaicoon, tra le venti aziende più innovative del
territorio italiano che si occupano del marketing via web.
In anteprima ha mostrato ai
presenti tre ipotetiche idee promozionali di un film in fase di realizzazione,
testando quale delle tre suscitasse maggiore interesse sui presenti. Staderini
ha parlato del Viral Marketing, di come la pubblicità in internet stia
prendendo sempre più piede e di quanto minore siano i costi rispetto ad altre
promozioni, oltre al fatto che è imprevedibile. Capita che un video
pubblicitario venga ignorato per anni e che poi, per un motivo qualsiasi,
diventi improvvisamente popolare e di conseguenza il prodotto che promuove
ricominci a vendere, magari anche più del periodo in cui fu lanciato.
A parlare del famosissimo Giffoni
Exeperience invidiato da tutto il mondo, è stato il suo direttore artistico
Claudio Gubitosi, che ha ricevuto il premio Professionalità dal Trailers
FilmFest. Gubitosi ha raccontato di come il festival nacque in piccolo, lui
aveva diciotto anni e ne era già il direttore artistico. Siamo nel lontano 1971,
in un paesino della provincia di Salerno, di poco più di seimila abitanti, dove
mancavano B&B e i ristoranti si contavano sulle dita di una mano. Oggi è
uno dei paesi più ricchi della Campania e il Giffoni è l’unico festival in
controtendenza, che ha investito in un momento di crisi e per questo è stato
ripagato, che costa molto meno di altri Festival, dove i giovani sono i
protagonisti e gli artisti arrivano da ogni parte del mondo senza essere
pagati, soltanto per il piacere di esserci.
È anche il giorno della premiazione
dei Pitch Trailer in concorso: trailer di possibili film in cerca di
produttori, realizzati con una tecnica fine e alta, con buone fotografie e
riprese. I giovani partecipanti erano centinaia, faticosamente ridotti in una
cerchia dei venti migliori in gara, da cui la giuria, presieduta da Marina
Alessandra Marzotto e composta da Beppe Attene (responsabile
distribuzione Istituto Luce Cinecittà), Carmen Danza (responsabile acquisizioni
M2 Pictures), Aldo Ciolfi (direttore marketing Sacher Distribuzione) e Andrea
Lazzarin (direttore marketing Medusa Film), ha, con grosse difficoltà,
proclamato la vincitrice: Lyda Patitucci con “Mila in Bloodstained Delta”. Patitucci
spera che la sua idea diventi un film, o magari un videogioco.
È stato consegnato anche il
premio Miglior Campagna Promozionale a Medusa Film e Tbwa Italia per “La grande
bellezza”, di Paolo Sorrentino, che rappresenterà l’Italia al Premio Oscar 2014,
nella categoria “miglior film in lingua non inglese”.
L’evento ha dato spazio anche ai
trailer di “spaghetti western”, il genere più diffuso in Italia negli anni ’60
e ’70. Nota di merito va al professore Alessandro De Filippo, uno dei maggiori
promotori dell’ateneo. I circa duecento partecipanti, infine, si sono portati a
casa un attestato di partecipazione consegnato sabato 28, nell’ultima delle
quattro serate dell’evento, al Teatro Metropolitan, presentate dalla
giornalista, attrice e conduttrice televisiva Antonella Salvucci.
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