Sulle punte
delle note per comporre la melodia della tua fiaba.
Come un gatto
che muore e rinasce per la sua ottava vita: non è mai finita con te.
Respiro tra lo
strato dei tuoi addii, come un pesce sottacqua,
la superficie mi
ferisce, sprofondo in te, sempre più in te: non lasciarmi annegare.
Qui non c’è il
tempo dei dubbi, è solo fame e voglia.
Sognandoti in
eterno, dimentico che ogni alba è un giorno nuovo,
come due
amanti ancor sconosciuti: ti amo anche oggi.
Una foto per
viaggiare nel passato dei nostri chissà.
I rimorsi sono
bolle di sapone che non scoppiano; non puoi smettere di soffiare,
la tengo in
mano e tu la stringi su di essa: non ti ringrazio più.
Mi ferisce di
meno un’accusa che il tuo continuo perdono.
Non cambio mai
e ormai lo sai: quando ti stancherai di scoppiare la mia bolla?
Certe domande
tormentano più dei tradimenti…
Ecco la mia
mente! Puoi entrarci per i miei occhi,
dentro
troverai ciò che non ti piace e qualcos’altro che adorerai.
Non ti
chiederò nulla, ma ascolterò il tuo ciarlare: tra le sciocchezze che dici si
nasconde la verità.
Il matrimonio
è una bugia, l’ipocrisia della fedeltà e dell’immortalità.
Non ti
prometto che non cederò agli impulsi della carne, né che non vorrò mai andar
via,
anche tu lo
farai, ma gli intrecci vissuti ci riporteranno a noi: non c’è scelta per l’amore.
Arrivederci ad
un altro sogno, sulla costa dei tuoi desideri, mi tufferò e non mi salverò;
né sarò
entusiasta e mi spaventerò, perché per entrare in te dovrò distruggere un po’
di me:
così diceva
Jung e tu cosa mi dirai?
Non concluderò
i miei versi, che versi non saranno, perché ogni minuto ne aggiungerò un altro,
come i nostri
baci, con molte virgole, esclamazioni e interrogativi, ma mai un punto.
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